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Rinnovo CCNL Vigilanza Privata e servizi fiduciari: si parla di soldi

Ancora trattative per il rinnovo del CCNL Vigilanza Privata e servizi fiduciari. Finalmente si parla di soldi. Il 1° e 2 marzo le Associazioni datoriali hanno parlato di un “aumento salariale – calcolato sull’attuale 4° livello delle Guardie Particolari Giurate – di € 90,00 distribuite nell’arco di una vigenza di 4 anni e € 100,00 per i Servizi Fiduciari e una disponibilità di “una tantum” di € 350,00 valevole solo per il personale della Vigilanza Privata, che costituisce un’apertura rispetto alle posizioni precedentemente espresse, ma da erogare in welfare” – si legge in un comunicato di Fisascat-CISL.

Chiarisce meglio i numeri Fisascat-CISL: “l’aumento andrebbe riparametrato per tutti gli altri livelli, considerando anche l’attuale base retributiva delle due sezioni (Vigilanza Privata e Servizi Fiduciari) calibrandoli nel nuovo impianto di classificazione unica. L’impianto della proposta si strutturerebbe su una classificazione unica su 6 livelli, nella quale inserire dei sottolivelli (2 per i servizi di sicurezza e 2 per le GPG) che rappresenterebbero il percorso di inserimento al sesto livello per i Servizi di sicurezza, e al quarto per le Guardie Giurate. A titolo esemplificativo, il 6° livello a regime per i servizi di sicurezza si raggiungerebbe dopo un percorso di 24 mesi mentre, per le Guardie Particolari Giurate, identificate strutturalmente nel livello 4° livello di inquadramento, sarebbe previsto il raggiungimento dopo un percorso di 48 mesi. In questa nuova struttura, l’attuale livello F, incrementato dal corrispondente aumento economico, verrebbe superato nei primi 12 mesi di vigenza contrattuale e progressivamente si arriverebbe al superamento del livello E”.

Il sindacato commenta che sostanzialmente, al netto della “una tantum”, è stato confermato quanto già emerso nei precedenti incontri, sviluppando una proposta che era già stata respinta come inaccettabile sia dal punto di vista economico e della durata del CCNL (quasi cinque anni), sia dal punto di vista della necessità di recuperare il differenziale relativo al salario dei livelli di
inquadramento dei servizi di sicurezza, con il perdurare la presenza dei noti e conclamati problemi di insufficienza salariale.

Nonostante la distanza tra le posizioni, si è confermata la volontà di continuare a trattare i prossimi 18 e 21 marzo.

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Scommesse sportive: riparte l’Integrity tour

Anche quest’anno, grazie alla collaborazione tra la Direzione centrale della Polizia criminale, presieduta dal vicecapo della Polizia, Vittorio Rizzi, la Lega Serie B e l’Associazione italiana calciatori, riparte l’Integrity tour. Presso le 20 società del campionato si terranno una serie d’incontri finalizzati a prevenire il contrasto al calcio scommesse. Conoscere le norme è un presupposto necessario affinché sia le regole di gioco che quelle di comportamento personale vengano rispettate, tutelando i valori dello sport.
Gli appuntamenti sono rivolti ai tesserati, alle sezioni giovanili, agli staff tecnici e ai dirigenti sportivi che saranno seguiti dagli esperti del settore della Polizia di Stato, penalisti ed ex calciatori professionisti. Gli incontri formativi saranno supportati anche attraverso l’App AIC “Il Calciatore”. Il programma ha la finalità d’informare gli atleti sui rischi personali e del club dal punto di vista penale, civile e sportivo derivanti dalle scommesse sportive. Un fenomeno che è costantemente monitorato dal Dipartimento della Pubblica sicurezza attraverso il Gruppo investigativo scommesse sportive, che ha quale scopo quello di prevenire e contrastare le infiltrazioni criminali nel settore e sensibilizzare il rispetto della tematica del match–fixing. leggi tutto

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Trento: patenti con sostituzione di persona, 114 denunciati

Sequestrate oltre 100 patenti di guida ottenute illecitamente da cittadini di nazionalità ghanese e nigeriana. L’operazione denominata “Gemini”, condotta dalla Polizia stradale di Trento, ha consentito di scoprire un sistema che permetteva ai cittadini extracomunitari di superare gli esami facendosi sostituire illegittimamente da connazionali con tratti somatici simili e adeguatamente preparati per affrontare le prove obbligatorie per il rilascio della patente. Tutti coloro che hanno ottenuto l’abilitazione alla guida mediante l’inganno del funzionario della Motorizzazione civile sono stati denunciati e ora dovranno rispondere di sostituzione di persona, uso di atto falso e induzione in errore del pubblico ufficiale. L”indagine iniziata nell’aprile del 2020 e sviluppata per oltre un anno con perquisizioni domiciliari nel Nord Italia, ha consentito di sequestrare anche materiale informatico che ha poi permesso di scoprire un ben più ampio giro della pratica illegale. A conclusione dell’attività investigativa sono state indagate 114 persone tra cui i 3 impostori rintracciati a Reggio Emilia, Modena e Bergamo. Gli impostori, dietro compenso, si presentavano alle sessioni di esame esibendo documenti falsificati nella foto, inducendo così in errore gli esaminatori. Ottenuta l’idoneità, la patente emessa aveva il nominativo del candidato ma la fotografia del soggetto che invece aveva sostenuto di fatto le prove. In taluni casi poi, conseguito il documento abilitativo, gli effettivi titolari ne denunciavano falsamente lo smarrimento, e ne richiedevano il duplicato allegando la fotografia “reale” ed ottenendo così l’emissione di una patente di guida a tutti gli effetti regolare, sia per il nominativo indicato, sia per l’immagine del volto riportata. In altre circostanze invece, gli intestatari, non si preoccupavano nemmeno di ottenere il duplicato, considerata la notevole somiglianza con il sostituto. Tale malaffare ha inciso anche sulla sicurezza stradale in quanto coloro che hanno ottenuto la patente senza aver sostenuto le prove, non erano in grado di guidare sia perché ignoravano le norme del codice della strada, sia perché non sapevano condurre l’auto. Infatti è stato accertato che molti di loro sono stati causa di incidenti stradali. leggi tutto

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Contrasto alle mafie transnazionali: vertice a Roma

A Roma, presso gli uffici della Direzione centrale anticrimine, si è tenuto un incontro operativo tra i vertici investigativi della Polizia di Stato, della Procura di Reggio Calabria e del Federal bureau of investigation – F.B.I americano. Il vertice è stato presenziato dal direttore centrale anticrimine della Polizia di Stato Francesco Messina e dal procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri. L’obiettivo della riunione è stato assicurare il coordinamento su complesse attività investigative in atto riguardanti la ‘ndrangheta, ed in particolare i collegamenti tra l’Italia e gli esponenti oltreoceano dell’organizzazione criminale. La dimensione transnazionale della criminalità organizzata di stampo mafioso impone un canale diretto di coordinamento tra i massimi organi investigativi dei vari paesi coinvolti. Per tale motivo, all’incontro, erano presenti il direttore del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato Fausto Lamparelli, il procuratore aggiunto presso la Procura di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo, per l’F.B.I. lo special agent del Field office di New York, Bernardo Curra e lo special agent del Field office di Albany (NY), Paul Scuzzarella oltre al magistrato di collegamento presso l’ambasciata degli Stati Uniti a Roma, Josh Cavinato, il legal attaché presso l’ambasciata statunitense a Roma, David Orozko, l’assistent legal attaché presso l’ambasciata americana a Roma, Veh Bezdikian. Il rapporto di stretta collaborazione tra la Polizia di Stato e l’F.B.I., che ormai da tempo coinvolge anche le procure della Repubblica, è una realtà consolidata. Il briefing odierno segue infatti la visita negli Stati Uniti di una delegazione della Direzione centrale anticrimine avvenuta lo scorso novembre. leggi tutto

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Quando antipirateria fa rima con pazzia, meglio la proroga dell’esame

In questi giorni folli, in un’escalation che si fa sempre più incomprensibile e che scatena le reazioni indignate del mondo, parlare di follia con riferimento alle prassi operative del nostro ministero dell’Interno fa quasi tenerezza. Eppure è quella l’amministrazione che regola il settore della sicurezza pubblica ma anche della vigilanza privata. Ed è quel ministero che in 10 anni non ha saputo elaborare un testo guida per l’esame delle guardie giurate che a tutt’oggi svolgono (in deroga) i servizi antipirateria. Servizi di cui, temo, avremo sempre più bisogno, visto come gira questo pazzo, pazzo (lui sì) mondo. Il nostro anonimo Bastiancontrario lancia il solito sasso nello stagno e il suo “unico lettore” (in realtà sono tantissimi, ndR) gli risponde, sulle pagine di www.vigilanzaprivataonline.com

Proroghe e pirateria: 10 anni di follia!

di Bastiancontrario

Al mio unico lettore non saranno sfuggiti i comunicati di alcune associazioni di categoria della vigilanza privata che plaudono (c’è sempre un buon motivo per plaudere!) all’ennesimo decreto che proroga le disposizioni in materia di formazione per gli addetti ai servizi antipirateria. Anzi, non solo plaudono, ma addirittura rivendicano il risultato ottenuto, ringraziando il politico di turno.

Ora, sulla questione vorrei sottoporre all’attento mio lettore due considerazioni.

1) La prima, è che l’amministrazione dell’interno è riuscita a far trascorrere 10 anni (e si, quest’anno si festeggia il decennale) aggiungendo proroga a proroga, senza mai risolvere la questione della formazione degli addetti, anche quando ne avrebbe avuta l’occasione. Infatti, nel 2019 l’originario provvedimento attuativo delle disposizioni del decreto legge 107 del 2011 (il D.M. 266/2012) è stato sensibilmente modificato – anche introducendo soluzioni “rivoluzionarie” (si pensi alla possibilità per gli istituti di vigilanza di costituire armerie) – ma ciononostante non si è riusciti a risolvere il problema della formazione di coloro che già svolgevano i servizi.

2) E qui si viene alla seconda considerazione. Ci sono, infatti, operatori che da dieci anni svolgono regolarmente e con professionalità i servizi antipirateria – in virtù peraltro di pregresse esperienze militari – ma che ancora dovrebbero superare un esame per essere abilitati a farlo. Follia!! “Perché non fanno l’esame?”, potrebbe ingenuamente osservare il mio lettore. Semplice, perché l’Amministrazione non ha ancora realizzato e diffuso un compendio che dovrebbe servire da testo guida per l’esame. Al netto delle assurdità burocratiche, delle discussioni tra amministrazioni pubbliche, del disinteresse degli armatori e della poca attenzione dei politici, quello che mi sembra di dover sottolineare è l’assurdità di una visione che nega l’esperienza, la professionalità e i risultati positivi di questi 10 anni.
La soluzione, ovviamente, c’è ed è semplice: far valere l’esperienza pregressa come abilitante e certificare gli operatori. Peraltro, non si tratterebbe di un unicum nel settore. Ricordo infatti che nel 2010, quando fu introdotto il titolo di studio del diploma per i titolari di istituti di vigilanza privata o la laurea (addirittura) per gli investigatori, fu previsto che il requisito s’intendeva assolto per coloro che, all’entrata in vigore delle nuove disposizioni, fossero titolari di licenza da almeno cinque anni. Soluzione leggi tutto

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Antipirateria: ancora proroghe per la formazione della vigilanza privata

Il Decreto Milleproroghe permette, fino al 31 dicembre 2022, di continuare ad impiegare nei servizi antipirateria le guardie giurate anche se queste ultime non hanno superato i corsi teorici-pratici richiesti dalla norma, purchè abbiano partecipato per almeno sei mesi, come membri delle Forze armate, alle missioni internazionali in incarichi operativi. Un’attenzione politica inattesa, viste le problematiche di ben più ampia portata che attraversano il paese, e che tuttavia – a distanza di 10 anni – ancora non affronta la questione della formazione prevista dal DM 154/09, limitandosi a procedere a colpi di proroghe. Ci auguriamo che chi ha lavorato in questi 10 anni sul campo nell’antipirateria si possa almeno evitare l’esame prefettizio.

Comunicato di ConFederSicurezza

“Con l’ok definitivo del Senato al Decreto Milleproroghe sarà ancora possibile, fino al 31 dicembre 2022, impiegare nei servizi antipirateria le guardie giurate anche nel caso in cui non abbiano superato i corsi teorici-pratici richiesti dalla norma, purchè abbiano partecipato per almeno sei mesi, come membri delle Forze armate, alle missioni internazionali in incarichi operativi.

Un risultato per il quale ConFederSicurezza ritiene doveroso ringraziare gli On. Alberto Pagani, Presidente del Gruppo Pd in Commissione Difesa, ed Emanuele Prisco, deputato di Fratelli d’Italia e membro della I Commissione (Affari costituzionali, della presidenza del consiglio e interni). Per il Presidente Luigi Gabriele è “grazie alle competenze che la politica, a livello trasversale, ha prestato a favore del comparto, che la nostra realtà – i cui riferimenti istituzionali sono stati negli ultimi anni per lo più assenti – ha ricevuto la doverosa attenzione.

Ricordiamo tuttavia che quest’anno “festeggiamo” il decennale del D.M. 266/12, attualmente modificato dal D.M. 139/19, che vedeva i termini della prima deroga al 31.12.2012. Nonostante siano trascorsi ben dieci anni – spiega Gabriele – ci troviamo infatti ancora impanatanti in un problema – quello dello formazione sancita dal D.M. 154/09 -, dai tratti apparentemente insuperabili.

I nostri molteplici inviti al confronto – da ultimo la richiesta, avanzata da ConFederSicurezza il 22 gennaio del 2021, di istituire con urgenza un tavolo tecnico permanente per il settore dell’antipirateria marittima, attese le notevoli difficoltà operative e logistiche riscontrate dalle aziende a causa della pandemia – sono rimasti del tutto inascoltati del Ministero dell’Interno, dal quale non abbiamo ricevuto alcun tipo di riscontro. Nessuno sembra essersi posto il problema – prosegue Gabriele – di come abbiano potuto le aziende italiane assicurare un sevizio tanto delicato e complesso, come quello dell’antipirateria marittima, che dal 2015 ha di fatto rimpiazzato in toto la Marina Militare.

Ad oggi ogni missione di protezione viene svolta in piena autonomia, senza alcun sostegno, neppure formale, a livello di supporto logistico e informativo. ConFederSicurezza – conclude – prosegue nel suo impegno per arrivare ad una soluzione che consenta a tutti coloro che negli ultimi 10 anni abbiano espletato il servizio di protezione in deroga alla prevista formazione di poter continuare a lavorare, indipendentemente dal previsto esame prefettizio, avendo ampiamente comprovato le proprie competenze e professionalità nelle varie missioni operative”.

 

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Vigilanza privata: guerra e caro bollette impongono il salario minimo

Mentre infuria una guerra che nessuno avrebbe mai nemmeno lontanamente immaginato e di cui è impossibile ipotizzare gli esiti, la vigilanza privata continua a dibattersi tra problemi che – con sistematicità bipartisan – sono stati ignorati da tutti i governi degli ultimi anni. Il tema del salario minimo, nonostante le campagne che si sono – seppur debolmente –  susseguite, si è nuovamente impantanato per assoluta assenza di riscontro politico. Per riaccendere i riflettori su un tema che a maggior ragione deve essere affrontato, in tempi in cui il caro vita diventa insostenibile, è stata organizzata una conferenza stampa presso la Camera dei Deputati il 3 marzo dalle h 14 alle h 15. Si può seguire la diretta streaming collegandosi al sito della Camera o alla pagina Facebook dell’On. Jessica Costanzo.

Comunicato dell’On. Jessica Costanzo (M5S), XI Commissione, Lavoro Pubblico e Privato.

“Nonostante gli sforzi di questi anni, a tutt’oggi le Guardie Particolari Giurate sono sottopagate e rientrano in una categoria di lavoratori con la retribuzione fra le più basse d’Italia, con stipendi mensili che variano dagli 817 euro lordi del VI livello ai 950 lordi del IV livello. Anche la disciplina dell’orario di lavoro è in deroga alla normativa europea, cosi come la disciplina dei riposi, delle pause dal lavoro, del lavoro straordinario e notturno, che è regolata esclusivamente dal contratto collettivo. Peccato che il CCNL vigilanza privata e servizi fiduciari sia stato stipulato nel 2013 con valenza fino al 31 dicembre 2015. Ad oggi è quindi scaduto da 6 anni e 2 mesi! Manca totalmente un riscontro politico sulle condizioni in cui versano i 100mila addetti ai servizi di Vigilanza Privata e di sicurezza.

Per riaccendere i riflettori su questa annosa vicenda, abbiamo organizzato insieme a USB una conferenza stampa alla Camera mercoledì 3 marzo dalle 14 alle 15. Successivamente ci confronteremo con alcuni rappresentanti. È importante non abbassare la guardia: la mansione di guardia giurata necessita di un salario minimo, o comunque di una paga costituzionale. Se non sarà questa legislatura a occuparsene, occorre comunque focalizzare l’attenzione di tutti su questi temi per garantire ai lavoratori dei servizi di vigilanza e fiduciari tutele sacrosante.

Noi ci abbiamo provato: io personalmente ho presentato emendamenti, proposte, interrogazioni, risoluzioni in Commissione, ma qualunque governo si sia insediato non ha mai voluto ascoltarci. Il Parlamento è sordo di fronte a questi soprusi, proprio come il Governo. Per questo è ora di tornare a farsi sentire, riportando questo tema così sentito al centro delle istituzioni e del dibattito”.

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Comunicato USB Vigilanza

“I settori della vigilanza, della security e del multiservizi, soprattutto nell’ultimo ventennio, hanno visto una forte espansione e crescita economica alla quale, però, è corrisposto un abbassamento complessivo delle tutele per i lavoratori e lavoratrici sia in termini di salario che di diritti. È necessario un intervento legislativo che faccia giustizia in un settore importante e in una economia in cui si riaffaccia l’inflazione e il carovita che erodono e tagliano i redditi familiari. Intervento legislativo che introduca il salario minimo, disciplini l’orario di leggi tutto

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Sistemi Servizi fiduciari: quando la fiducia è tutto

Spesso accusati di fare dumping dalle stesse realtà di vigilanza privata che li erogano surrettiziamente, contraddistinti da un far west di “imprese” che spuntano come funghi, vendono sottoprezzo e poi scompaiono, “regolati” da 10 diversi CCNL che si fanno concorrenza ai danni dei lavoratori: benvenuti tra i servizi fiduciari. Dove per fornire servizi di qualità bisogna fare lo slalom tra tutti questi e molti altri ostacoli. Dove però chi lavora bene è premiato da un passaparola che salva l’azienda anche in pandemia o con venti di guerra. Ne abbiamo parlato con Andrea Spitilli, Security Manager di Sistemi srl, Associato UNIV 2022. Partirei con un breve identikit di Sistemi srl: quando nasce, con quale mission, quali dimensione presenta oggi, che ambizioni coltiva…

Sistemi srl nasce nel 2006 a Terni, ma si trasferisce a Macerata già nel 2008 acquisendo in prima battuta una cooperativa di reception e portineria. Il nuovo management e il passaggio da realtà cooperativistica a srl hanno rivoluzionato la logica d’impresa, aprendo il business ad una pletora di servizi più ampia che fungesse da ibrido qualificato tra mero portierato e vigilanza privata in senso stretto. Ciò che in sostanza ricade nella definizione di servizi fiduciari. Attualmente contiamo 138 dipendenti (circa metà dei quali sono donne), ma vantiamo punte estive molto più alte, essendo il nostro territorio connotato da una forte stagionalità turistica. Sul piano geografico, ci siamo nel tempo allargati all’intera Regione Marche e stiamo aprendo altre due filiali a Milano e a Roma.

Quanto conta nell’affidamento di una commessa l’aspetto fiduciario, contenuto nella stessa definizione della vostra offerta di servizio?

E’ determinante. Negli anni più duri (dalla crisi del 2008 a quella del 2011, fino alla stessa pandemia) ci ha salvato proprio il passaparola tra le committenze delle quali abbiamo saputo meritare la fiducia professionale. In questo è stato essenziale il nostro approccio sartoriale al servizio, pensato e strutturato sempre sulla singola committenza. La nostra forte connotazione locale, nonostante le ambizioni di crescita anche extra regionali, ed una struttura snella e dinamica, ci hanno permesso di offrire sempre risposte immediate alle esigenze dei territori, con proposte anche economiche capaci di convincere ad esternalizzare alcuni servizi.

Quindi da voi la pandemia non ha fatto grossi danni?

Certamente ne ha fatti, considerato che il territorio al quale ci rivolgiamo è costellato dalle maggiori realtà calzaturiere e da brand del lusso, che hanno sofferto contrazioni pesantissime e che in piena pandemia hanno dovuto re-internalizzare alcuni servizi standard per non cassaintegrare il personale. Tuttavia abbiamo registrato, a compensazione, un notevole aumento dei servizi di controllo accessi, verifica del green pass e rilevazione della temperatura, con picchi di lavoro “extra” che ci portano oggi a definire il 2021 come un’ottima annata. In sostanza: la pandemia ha cambiato il nostro lavoro, ma non ci ha causato perdite drammatiche. E anche qui il passaparola ha fatto da padrone: auspichiamo nel tempo di consolidare la nostra posizione non solo territoriale ma anche di mercato.

Ma una volta normalizzata la pandemia, serviranno ancora i servizi a contrasto del Covid 19?

La pandemia ci leggi tutto

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Reggio Emilia: guerra tra “Cults” nigeriani, 10 arresti

  È stata eseguita, questa mattina, dalla Squadra mobile di Reggio Emilia, un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 10 persone e contestualmente un decreto di perquisizione ad altre 15, tutte di nazionalità nigeriana. Gli indagati sono accusati di associazione per delinquere di stampo mafioso, rissa, lesioni, rapina, aggravati dal metodo mafioso. Gli investigatori hanno accertato l’appartenenza degli arrestati a due “Cults”: confraternite operanti in Nigeria e precisamente “Supreme Vikings Confraternity” e “National Association of Air Lords”, conosciuta anche come “Supreme Eiye Confraternity”. Nell’ambito di un’indagine, svolta nel corso del 2018, in merito al contrasto di un traffico di sostanza stupefacente è emersa l’esistenza di una guerra tra due “Cults” contrapposti. La guerra tra i due gruppi criminali culminò in violente aggressioni con l’uso di armi da taglio che procurarono anche lesioni gravi. Grazie agli indizi raccolti e all’attività di analisi di episodi di violenza passati, gli investigatori hanno ricostruito come gli indagati fossero operativi in città già dal 2015. leggi tutto

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Atletica: Yeman Crippa re della mezza maratona con il record italiano

Un grande risultato per l’atletica italiana è arrivato da un atleta delle Fiamme oro: Yeman Crippa ha trionfato nella Napoli City Half Marathon con lo straordinario tempo di 59’26”, nuovo record italiano sulla distanza dei 21,097 chilometri della mezza maratona. Si tratta di un risultato storico perché il fondista del Gruppo sportivo della Polizia di Stato è il primo atleta azzurro ad abbattere il muro dell’ora in questa specialità, ed è il secondo europeo di sempre a riuscirci. Yeman ha corso veramente forte, fermando il cronometro ad appena 13 secondi dal primato continentale dello svizzero Wanders (59’13”), che ormai sembra alla portata del nostro campione. Anche il precedente record era di marca Fiamme oro, apparteneva infatti all’altro specialista cremisi del fondo, Eyob Faniel, che lo aveva portato a 1h00’07”. Per Crippa è stato un grande ritorno, dopo un periodo sfortunato caratterizzato da infortuni e da una condizione non ottimale: “È il nostro momento, è il momento dell’atletica italiana. Ed è giusto che ce lo godiamo – ha detto Yeman dando sfogo a tutta la sua gioia per l’ottimo risultato – Per me questa giornata ha un valore immenso. Avevo lo sguardo di fuoco all’arrivo, avevo tutta la cattiveria agonistica che mi sono trattenuto dentro in un 2021 avaro di risultati. Un anno difficile, un susseguirsi di infortuni e delusioni, dovevo dimostrare in primis a me stesso quello che valgo. Oggi mi sono rifatto di tutto, sono esploso, non credevo di poter fare così bene”. “Ho capito soltanto al quindicesimo chilometro che si potesse andare davvero sotto l’ora – ha poi sottolineato Crippa – Dal decimo chilometro ho ripreso il gruppo di testa e intorno al diciottesimo sono rimasto da solo, nella lieve salita di 600 metri. Dentro la galleria Laziale ho lanciato la volata, mancavano 2 chilometri e poi ho visto il traguardo laggiù in fondo e ho dato il massimo. Napoli è bellissima, un tifo per tutto il percorso, sono stati tre giorni bellissimi per me”. leggi tutto

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