NOTIZIE

Modena: traffico di stupefacenti 19 persone in carcere

Sono durate quasi 4 anni le indagini, partite nel 2018, condotte dalla Squadra mobile e dai Carabinieri di Modena. Gli investigatori di Polizia e Arma avevano già individuato, separatamente, un gruppo criminale attivo nel traffico di droga e la Procura di Bologna aveva quindi assunto la direzione delle indagini unificando gli sforzi. Questa mattina l’operazione si è conclusa con la custodia cautelare in carcere di 19 persone e la misura del divieto di dimora a Modena nei confronti di un altro indagato. Grazie all’attività di indagine, i poliziotti ed i carabinieri hanno ricostruito l’intera struttura organizzativa a capo della quale c’erano tre fratelli il cui ruolo era quello di reclutare e gestire gli appartenenti all’associazione, la ricerca dei fornitori all’ingrosso della droga e l’individuazione dei luoghi dove nascondere gli stupefacenti. Il secondo livello era riservato a persone che avevano funzioni di supporto logistico e materiale nella gestione della droga e dei rapporti con i fornitori e gli acquirenti. Il terzo livello era occupato da corrieri magazzinieri o semplice prestanome. Il quarto livello infine prevedeva piccoli gruppi che si occupavano dello spaccio al dettaglio. L’organizzazione poteva contare su una dotazione di armi, di vetture, anche modificate con vani nascosti per favorire il trasporto degli stupefacenti, moltissimi telefoni attraverso i quali utilizzavano piattaforme di messaggistica criptata e diverse basi logistiche come nascondigli. Grazie alle attività investigative tecnologiche, supportate da quelle tradizionali, gli investigatori sono riusciti a ricostruire tutte le attività illecite ripercorrendo a ritroso la storia criminale dell’associazione. Nel corso delle indagini, sono state arrestate 42 persone e sequestrati 18 chili di cocaina, 5 chili di eroina, 300 chili di hashish, 92 chili di marijuana nonché 230 mila euro in contanti e 6 pistole con relativo munizionamento. leggi tutto

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#Cuoriconnessi: al via da Roma la sesta edizione

  Questa mattina, in occasione del Safer Internet Day, giornata mondiale per la sicurezza in Rete, la Polizia di Stato ed Unieuro, dal teatro Garbatella di Roma, hanno dato il via alla sesta edizione della campagna #cuoriconnessi. Un’iniziativa, che si è svolta alla presenza del capo della Polizia Lamberto Giannini, nata per sensibilizzare adolescenti, ragazzi e famiglie sui rischi e pericoli di un uso distorto di Internet e contribuire a divulgare i valori della consapevolezza e dell’uso responsabile dei mezzi di comunicazione moderni. All’evento, moderato del giornalista Luca Pagliari, hanno partecipato anche il capo Dipartimento risorse umane, strumentali e finanziarie del ministero dell’Istruzione Jacopo Greco, l’amministratore delegato di Unieuro Giancarlo Nicosanti e lo psichiatra e ricercatore dei disturbi dell’età evolutiva Paolo Crepet. In platea erano presenti alcuni studenti delle scuole romane, mentre in video collegamento sono stati oltre 200 mila quelli che hanno seguito l’evento, appartenenti a 27 scuole secondarie di primo e secondo grado. Il prefetto Giannini ha sottolineato come “Il momento storico che abbiamo vissuto ha sottratto ai giovani una parte significativa della loro socialità sostituita dall’uso – a volte compulsivo – della rete che, non sempre, è un luogo sicuro. In questo contesto, mettere al centro la sicurezza digitale dei ragazzi per noi è un impegno: per renderli consapevoli e indicare loro i rischi che uno spazio così importante di libertà può comportare. #cuoriconnessi è un ulteriore strumento di informazione con cui possiamo continuare a diffondere messaggi di cautela verso le potenziali trappole della rete ed essere sempre di più un punto di riferimento per le vittime di questo fenomeno”. La giornata ha avuto come protagonisti tre ragazzi, che hanno raccontato la loro storia di “vittime della Rete”: Matteo vittima di catfishing (persona che si spaccia per un’altra per truffare o prendere in giro), Santiago vittima di bullismo e Giorgia bullizzata a causa dei suoi disturbi del comportamento alimentare. I loro racconti sono stati per i ragazzi lo spunto su cui riflettere e continuare a fare domande agli esperti presenti all’iniziativa, tra cui la psicologa della Polizia di Stato Patrizia Torretta. In videocollegamento c’è stato l’intervento di Blanco che insieme a Mahmood ha vinto pochi giorni fa la 72^ edizione del Festival di Sanremo. L’evento si è chiuso con il racconto dell’odissea vissuta da Cherif Karamoko che, dalla Guinea, è riuscito a raggiungere l’Italia anche grazie alle potenzialità della rete Internet. L’iniziativa è stata l’occasione, infine, per presentare il nuovo volume del libro “#cuoriconnessi – Il coraggio di alzare lo sguardo”, scritto da Luca Pagliari. Una nuova raccolta di storie che seppur diverse per dinamiche, culture e territori, sono unite da un comune denominatore: il rapporto dei giovani con la tecnologia e la Rete. Il libro è distribuito gratuitamente presso i punti vendita Unieuro in Italia e presso i Compartimenti della Polizia Postale e delle Telecomunicazioni nei capoluoghi di regione. La versione digitale del libro è scaricabile gratuitamente dal sito www.cuoriconnessi.it e dai principali eBook store.   leggi tutto

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Latina: sequestrati 50 milioni di beni ad imprenditore

Sequestrati ad un imprenditore della provincia di Latina, sia in Italia che all’estero, beni, assetti societari e rapporti finanziari per un valore complessivo di 50 milioni di euro, frutto di attività illecite. Il provvedimento, ai fini della confisca, è stato disposto dal Tribunale di Roma – sezione misure di prevenzione, su proposta formulata dal procuratore della Repubblica di Roma congiuntamente al questore della provincia di Latina. In particolare il sequestro ha riguardato un’impresa individuale, una fondazione, quote e l’intero patrimonio aziendale di 37 compagini societarie, di cui 4 nel Regno Unito e 2 in Moldavia, 119 fabbricati e 58 terreni, 55 veicoli, 1 imbarcazione e 72 rapporti finanziari.   Il risultato rientra nel quadro di una strategia di contrasto ad accumulazioni illecite intrapresa dalla Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato, per il tramite del Servizio centrale anticrimine e della Divisione anticrimine della questura di Latina. L’imprenditore, attualmente sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, è stato arrestato nel 2020 per bancarotta fraudolenta, trasferimento fraudolento di valori, corruzione, autoriciclaggio, sequestro di persona ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. Il direttore centrale Anticrimine, Francesco Messina, ha dichiarato che “L’imponente sequestro eseguito oggi dalla Polizia di Stato a carico di un imprenditore pontino scaturisce da una misura di prevenzione patrimoniale proposta congiuntamente dal Procuratore di Roma e dal Questore di Latina.  Tale risultato testimonia l’efficacia delle indagini di prevenzione afferenti ai patrimoni illecitamente accumulati nel tempo dalle organizzazioni criminali di stampo mafioso che, sovente, si avvalgono del contributo di professionisti che prestano la loro opera per dissimulare la provenienza illecita di tali ricchezze”. “L’imprenditore – ha proseguito il prefetto Messina – destinatario del sequestro di oggi ha così accumulato negli anni un patrimonio immobiliare e mobiliare pari a ben 50 milioni di euro, costituendo un numero elevato di compagini societarie, talune delle quali operanti in territorio estero, così ampliando gli effetti criminali dei reati originari commessi dall’organizzazione mafiosa, i cui proventi, una volta finiti nella disponibilità dell’imprenditore, hanno in maniera perversa causato ulteriori danni alla collettività, arrecando pregiudizio al sistema economico e alla libera concorrenza”. leggi tutto

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Travel Security e vigilanza privata: cosa è cambiato con il Covid?

Pensiamo alle aziende che lavorano con l’estero, soprattutto in zone difficili a livello sociopolitico o sanitario: il datore di lavoro deve tutelare la sicurezza dei lavoratori anche quando sono in trasferta. Di questo si occupano le società di travel security. E che c’entra con la vigilanza privata, visto che le guardie giurate non possono tutelare la persona? C’entra perché la travel security comprende diverse misure preventive, di analisi del rischio, di formazione e informazione. Ne parliamo con Lucio Mattielli, Chief Security Officer Sicuritalia Security Solutions.

Travel Security: di cosa si tratta? Che tipo di mercato è, quali volumi presenta, che fatturato movimenta in Italia?

Si tratta dell’insieme di prodotti e servizi per la sicurezza del personale viaggiante, trasfertista o expat, di aziende italiane ed internazionali. E’ un mercato con dei volumi particolarmente importanti perché al suo interno troviamo anche i servizi di close protection esteri, i servizi di consulenza per la gestione della crisi fino all’impiego di mezzi aerei per l’esfiltrazione o il rimpatrio di personale in difficoltà in aree ad alto rischio.

Parliamo di Covid: quanto ha danneggiato il mercato della Travel Security ma quanto, per converso, potrà ingrossarlo a causa dei nuovi rischi sanitari che la pandemia ha portato con sé?

I danni sono direttamente proporzionali a quelli subiti dal comparto “business travel”. Con il quasi azzeramento delle trasferte di lavoro, le contrazioni della domanda hanno sfiorato in alcuni casi l’80%.
Dobbiamo anche considerare che il Covid ha causato un cambiamento della trasferta – in termini di volumi e modalità – in parte permanente. Infatti confermo che la pandemia ha ulteriormente accelerato la convergenza tra Security e Safety fino a spingere queste due discipline per la prima volta nell’area “salute e sanità” alimentando il mercato dei voli sanitari, della creazione di aree sicure anche dal punto di vista sanitario e più in generale della prevenzione dei rischi pandemici.

Le imprese con licenza ex art. 134 TULPS non sono autorizzate a fornire servizi di difesa della persona: in che modo si possono fornire servizi di Travel Security in Italia?

Fermo restando che la sicurezza delle persone in Italia è esclusiva competenza delle forze dell’ordine, abbiamo già accennato che nella travel security sono comprese una serie di misure preventive, di analisi del rischio, di formazione e informazione che non solo sono lecite e affidate ai privati, ma sono anche obbligatorie in alcuni contesti.

La nuova Prassi di riferimento UNI/PdR 124:2022 analizza i requisiti operativi e le responsabilità dei professionisti della Travel Security, individuando tre figure. Era necessaria? Sarà utile? In Italia il mercato è in linea con queste richieste, per quanto di soft low?

In realtà, in Italia molte aziende sono ancora alle prese con gli adeguamenti di conformità rispetto agli obblighi di legge, come il d.lgs. n.81 del 2008 che, nonostante sia molto chiaro, viene spesso ancora erroneamente interpretato solo in riferimento alla sicurezza sul lavoro e non in un contesto più ampio di rischi e minacce anche del personale viaggiante. Ma sono comunque certo che ogni strumento che dia dei riferimenti, aiuti almeno nel leggi tutto

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Bullismo e cyberbullismo: le norme per tutelare i nostri figli

Di violenza in Rete si sente parlare, purtroppo, ogni giorno. Noi operatori della Polizia di Stato non ci stanchiamo mai di ripeterlo: gli adolescenti hanno bisogno di essere educati e guidati alla sicurezza, in Rete come per strada. Anche quegli atti di prevaricazione definiti come “bullismo”, tipici dell’età scolare, si sono spostati sui social e su quelle applicazioni di cui nessun adolescente, ormai, può fare a meno se non vuole sentirsi escluso dal gruppo, ma che spesso danno vita al cyberbullismo. La legge del 2017 ha definito il fenomeno come qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, trattamento illecito di dati personali, realizzata per via telematica allo scopo di isolare un minore o un gruppo di minori, ponendo in atto un serio abuso o la loro messa in ridicolo. Per prevenire importante è l’azione educativa nelle scuole, che vede da sempre, costantemente, impegnata la Polizia di Stato, insieme agli insegnanti ed ai dirigenti scolastici. Altrettanto importante è che la vittima sappia come tutelarsi e che per farlo non deve, necessariamente, sporgere una denuncia. Esiste, infatti, come per gli atti persecutori, o stalking, la possibilità di chiedere al Questore l’ammonimento, misura che può essere disposta nei confronti dei minorenni che hanno più di 14 anni, responsabili di cyberbullismo, se non è stato commesso un reato perseguibile d’ufficio. L’ammonimento è uno strumento di tutela che, oltre ad essere rapido, non coinvolge il cyberbullo nel circuito penale. Gli effetti del provvedimento stesso cessano con la maggiore età dell’ammonito. Lo strumento non manca, comunque, del carattere educativo proprio di ogni misura dedicata ai minorenni in situazioni di devianza: il cyberbullo ammonito sarà sempre invitato ad un percorso che gli faccia comprendere il disvalore dei propri comportamenti. leggi tutto

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L’impegno della Polizia di Stato contro il bullismo e il cyberbullismo

Oggi si celebra la Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo. È l’occasione, per tutti, di conoscere un fenomeno che negli anni si è diffuso tra i giovanissimi e anche per identificare i segnali e prevenire certi comportamenti. Molteplici i reati che il Codice penale contempla per stabilire il significato racchiuso nella parola bullismo. Se volessimo dare una definizione che li contenga tutti, potremmo dire che il bullismo si manifesta con atti di intimidazione, sopraffazione, oppressione fisica e psicologica commesso da un individuo “forte” nei confronti di un altro “debole” in modo intenzionale e ripetuto nel tempo. Il fenomeno riguarda ragazzi e ragazze e si manifesta soprattutto in ambito scolastico, in strada, nei locali, nei luoghi di ritrovo dei giovani e, ormai, sui social o nelle chat spesso condivise con la vittima. Attraverso alcuni segnali, che i ragazzi manifestano, si possono prevenire anche gravi ripercussioni, sia fisiche che psicologiche, che possono indurre la vittima a commettere gesti estremamente gravi. Sensibilizzare i giovani, le famiglie e i docenti è il compito che da molti anni ormai la Polizia di Stato si è prefissata di portare avanti per combattere il fenomeno; gli esperti della Postale hanno stilato una serie di suggerimenti per riconoscere i segnali di malessere manifestati dai ragazzi perché ogni cambiamento repentino e rapido di umore, un cattivo rendimento scolastico o la chiusura in sé stessi possono, in realtà, nascondere un disagio che merita di essere approfondito. I ragazzi spesso non hanno un’adeguata consapevolezza di quanto i “dispetti” online, le prese in giro possano avere effetti dolorosi sugli altri. Va insegnato loro ad avere rispetto della privacy online e di essere riservati con le proprie immagini e quelle degli altri. La diffusione e la detenzione di materiale illegale è un pericolo reale. I ragazzi vengono continuamente aggiunti in gruppi di messaggistica istantanea da altri coetanei, conoscenti e amici. Non sempre prestano le dovute attenzioni alla natura di questi gruppi e alle foto e filmati che ci si scambia. È importante che sappiano che chiunque contribuisca a diffondere immagini sessuali e di violenza che riguardano bambini e ragazzi minorenni commette un reato. Per i genitori è utile sapere le dinamiche del cyberbullismo: se prima alcune prese in giro avvenivano durante la ricreazione sotto gli occhi vigili delle insegnanti, oggi avvengono mentre i ragazzi sono collegati online, mentre scrivono sulla chat di classe con una forza aggressiva amplificata dagli effetti della viralizzazione e dell’opportunità di fare una comunicazione diretta a centinaia di persone contemporaneamente. A tal proposito, la Campagna educativa della Polizia postale “Una vita da social” giunta alla IX edizione, mira a sensibilizzare i ragazzi sui pericoli della Rete: gli specialisti, a bordo di un truck allestito con un’aula didattica, cercano, con un linguaggio diretto ed efficace, di spiegare i fenomeni connessi alla violenza in Rete segnalandone non solo le implicazioni di carattere giuridico, ma anche gli effetti che possono avere sulla vita dei giovani. Tra le altre iniziative messe in campo dalla Polizia di Stato per prevenire e leggi tutto

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Il bullismo e il cyberbullismo

In questa pagina dedicata al bullismo e al cyberbullismo sono raccolte le notizie, i consigli e le iniziative per prevenire e contrastare il fenomeno. Attraverso un’informazione puntuale è possibile sapere come comportarsi, essere d’aiuto alle vittime e, così facendo, contribuire ad arginare gli episodi. IL BULLISMO Nel nostro ordinamento giuridico non c’è il reato di bullismo. Questo si sostanzia in atti di intimidazione, sopraffazione, oppressione fisica o psicologica commessi da un soggetto “forte” (bullo) nei confronti di uno “debole” (vittima) in modo intenzionale e ripetuto nel tempo. Tutti comportamenti che sono puniti da specifici reati del codice penale. Spesso non sono messi in atto solo da una persona ma da più soggetti che si coalizzano contro la vittima prescelta.
Il fenomeno riguarda ragazze e ragazzi e si manifesta soprattutto in ambito scolastico, in strada, nei locali e nei luoghi di ritrovo, spesso con gravi ripercussioni fisiche e psicologiche che possono indurre la vittima a commettere anche gesti estremi. Un comportamento da bullo è un tipo di azione che mira deliberatamente a fare del male o a danneggiare, spesso è persistente e quasi sempre c’è una grave difficoltà per la vittima a difendersi.

IL CYBERBULLISMO Quando questi reati sono commessi con l’uso della Rete, tramite i social, sulle chat di messaggistica allora parliamo di cyberbullo.
Tramite il click del mouse, si sostituiscono ai compagni di classe più timidi sui social network, a nome di altri diffondono immagini e informazioni riservate tramite chat sui telefonini, raccontano particolari personali o dichiarano disponibilità sessuali a nome delle compagne. In molti casi il cyberbullo non si rende conto della gravità delle sue azioni e delle ripercussioni che queste possono avere sulle vittime.
Le vittime spesso scelgono il silenzio perché non sanno che esistono leggi a tutela di certi comportamenti e perché in fondo la sofferenza di “leggersi” insultato sul Web è motivo di vergogna, è testimonianza di debolezza che non si vuole confessare. Sta a noi, quindi, parlare con i ragazzi ed avvicinarli ad una cultura della legalità che li aiuti a comprendere la gravità di simili azioni. Il nostro impegno però è rivolto anche alla tutela della vittima, che deve sentirsi protetta e non deve avere paura di denunciare. CONSIGLI PER I GENITORI PER I RAGAZZI PER GLI INSEGNANTI Gli articoli                                        L’iniziativa “Cuori connessi”     L’iniziativa “Una vita da social”     Misure di prevenzione “L’Ammonimento”     L’app “YouPol”    
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In Italia cresce tutto, fuorchè il salario delle Guardie giurate

Sempre a proposito di rinnovo del CCNL della vigilanza privata e dei servizi di sicurezza, riceviamo e pubblichiamo questa articolata lettera di Angelo Sifrido Mancin che, nel ripercorrere le ultime convulse fasi di questa interminabile trattativa, pone l’accento sulla questione salariale. Quella che tutti accantonano e che invece dovrebbe essere il fulcro del negoziato, vista anche l’impennata di prezzi e bollette che sta vivendo un paese dove tutto aumenta, a parte gli stipendi dei lavoratori.Gentilissima Redazione,

le Guardie Particolari Giurate e gli addetti ai Servizi Fiduciari, a oltre 6 anni (73 mesi) dalla scadenza del loro Contratto Collettivo Nazionale, con validità dal 1° febbraio 2013 al 31 dicembre 2015, comunicano quanto segue:

– con l’inizio del nuovo anno sono ripresi gli incontri tra le OO.SS. e le Associazioni Datoriali di Categoria, in quello del 21 gennaio 2022, avevano dichiarato la loro disponibilità ad una soluzione per il personale dei servizi fiduciari. Si era convenuto che le stesse Associazioni Datoriali avrebbero formulato una proposta economica;

– a tal proposito, nell’ennesimo incontro interlocutorio del 31 gennaio 2022, le Associazioni Datoriali hanno manifestato l’esigenza di calcolare l’impatto economico del costo complessivo del contratto e di formulare una proposta che tenga conto anche dei tempi di applicazione delle tranche di aumento, ma senza considerare il fatto che l’aumento economico del settore Vigilanza Privata e Servizi Fiduciari deve anche tener conto degli anni trascorsi dalla scadenza del Contratto.

Dobbiamo constatare, nostro malgrado, che l’attesa formulazione di una proposta economica non è ancora giunta a compimento: pur confermando la volontà di arrivare a una rapida conclusione della trattativa, i rappresentanti di area datoriale hanno infatti dichiarato ai rappresentanti di Filcams, Fisascat e Uiltucs di non essere ancora in grado di indicare la cifra necessaria.

La trattativa proseguirà il 9 febbraio: all’ordine del giorno l’orario di lavoro e la contrattazione di secondo livello. È invece previsto per l’incontro successivo, fissato al 15 febbraio, che le associazioni datoriali presentino la loro proposta economica, condizione prioritaria ed essenziale per poter giungere alla conclusione di questa difficile e lunga trattativa.

Facciamo notare alle Associazioni Datoriali che in tredici paesi dell’UE i salari minimi mensili sono inferiori a 1.000 euro, mentre in sei sono superiori a 1.500 euro. È quanto emerge dai dati Eurostat aggiornati al primo gennaio. In 21 dei 27 Stati membri dell’UE ci sono salari minimi nazionali: fanno eccezione l’Italia, la Danimarca, Cipro, l’Austria, la Finlandia e la Svezia.

Ci permettiamo di rammentare che in merito si sono espressi anche i tribunali del lavoro di Torino e Milano, stabilendo che nel nostro settore si riscontrano salari al di sotto della soglia di povertà, incompatibili con l’articolo 36 della Costituzione che garantisce al lavoratore una retribuzione “proporzionata alla qualità e quantità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.

Ricordiamo quindi che la contrazione del potere di acquisto patita dal settore, in conseguenza della dilatazione dei tempi dei precedenti rinnovi contrattuali,e il mancato esercizio della contrattazione di secondo livello richiedono una risposta nuova leggi tutto

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Rinnovo CCNL Vigilanza Privata: un passo avanti sul salario?

CCNL Vigilanza privata e servizi di sicurezza: che sia la volta buona per discutere di salario? Mah, quanto meno si comincia a parlarne, e pare già un passo avanti rispetto allo stallo di fine gennaio. Le associazioni datoriali si sono infatti impegnate a presentare, per il 15 febbraio prossimo, una proposta economica.

Il 31 gennaio si sono incontrate – per la millemillesima volta – le parti sociali per parlare del rinnovo del CCNL Vigilanza Privata e Servizi di Sicurezza. Nel precedente incontro, si legge in una nota UILTUCS – “si era convenuto che le associazioni datoriali avrebbero formulato una proposta economica, ma, pur confermando la volontà di arrivare ad una rapida conclusione della trattativa, hanno dichiarato di non essere ancora in grado di esplicitarla. A tal proposito hanno manifestato l’esigenza di calcolare l’impatto economico del costo complessivo del contratto e di formulare una proposta che tenga conto anche dei tempi di
applicazione delle tranche di aumento. Come sindacati abbiamo evidenziato che l’aumento economico del settore Vigilanza Privata e Servizi Fiduciari, deve tener conto degli anni passati dalla scadenza del Contratto. La trattativa proseguirà il 9 febbraio con all’ordine del giorno l’orario di lavoro e la contrattazione di secondo livello. Per l’incontro del 15 febbraio le associazioni datoriali si sono impegnate a presentare la loro proposta economica, argomento prioritario per poter giungere alla conclusione di questa difficile trattativa“.

Crediamoci…o.O O.o

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Milano: 3 minori arrestati per rapina, furto e lesioni

Tre minorenni su disposizione del tribunale dei Minorenni di Milano sono stati arrestati dalla Squadra mobile della Questura in quanto ritenuti responsabili di rapina, furto e lesioni gravissime. Le azioni criminali sono state commesse lo scorso ottobre durante una festa studentesca del liceo scientifico Vittorio Veneto di Milano: un gruppo di ragazzi si è introdotto abusivamente nella festa e aveva iniziato a provocare tafferugli con lo scopo di rubare telefoni, catenine e braccialetti ai loro coetanei. Inoltre i minorenni avevano cominciato a lanciare bottiglie di vetro verso alcuni studenti e una di queste aveva colpito un giovane ferendolo gravemente sul volto; un altro ragazzo, invece, era ricorso alle cure mediche a causa delle percosse ricevute. L’identificazione degli autori è stata possibile attraverso le video-riprese delle telecamere di videosorveglianza e grazie alla collaborazione delle vittime e di altri studenti presenti alla festa che hanno riconosciuto alcuni aggressori appartenenti al gruppo.  

Nel corso delle perquisizioni a casa degli arrestati sono stati trovati orologi e collanine probabilmente oggetto di altre rapine per le quali sono in corso ulteriori indagini. Gli investigatori stanno prendendo in esame anche alcuni filmati pubblicati dai ragazzi sui social in cui sono riprese alcune vittime dopo le aggressioni. leggi tutto

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