Giornata dei diritti della donna: il contributo della Polizia di Stato

Giornata dei diritti della donna: il contributo della Polizia di Stato

Si celebra oggi la giornata internazionale dei diritti della donna; il tema 2022 di questa ricorrenza è “Le donne in un mondo del lavoro in evoluzione: verso un pianeta 50-50 nel 2030”. Lo spirito è quello di sviluppare l’uguaglianza di genere, l’empowerment femminile, l’accesso globale alla formazione e all’apprendimento continuo. Nella Polizia di Stato le donne sono presenti da oltre 60 anni. Il loro ingresso risale al 1959 quando furono chiamate per contrastare, con maggiore sensibilità, il fenomeno della prostituzione. A partire dal 1981, le donne, nella Polizia di Stato, hanno ottenuto la parità di trattamento sotto ogni punto di vista. Tale parità si rispecchia anche nell’accesso ai ruoli e agli incarichi e nella progressione di carriera delle oltre 15 mila poliziotte. Conquiste che appaiono oggi scontate ma che hanno visto La Polizia di Stato capofila tra le Forze armate e di polizia, nel favorire tale epocale cambiamento. Le poliziotte, oggi più che mai, rappresentano il valore aggiunto nell’ambito dell’approccio alle donne che subiscono violenza. Con sensibilità ed innato senso di protezione aiutano le vittime a trovare il coraggio per denunciare evitando forme di vittimizzazione secondaria. È questa la direttrice su cui da tempo si muove la Polizia di Stato portando avanti campagne di prevenzione anche con il coinvolgimento delle scuole e delle nuove generazioni  “….Questo non è amore” Sulle strade da tanti anni ormai i nostri camper stazionano nelle piazze e nei luoghi maggiormente frequentati al fine di dare informazioni contributi e assistenza alle donne vittime di violenza o che sono a conoscenza di soprusi e maltrattamenti causati dall’appartenenza al genere femminile. La campagna “…Questo non è amore” mira a sviluppare maggior consapevolezza in tutta la cittadinanza ed in particolare nelle donne sul pericolo di certi comportamenti che spesso vengono anche tollerati; le equipe di investigatori, psicologi e membri di associazioni che tutelano le donne forniscono notizie, sostegno e aiuto a chi decide di sottrarsi ad un mondo di brutalità che spesso coinvolge anche bambini. La presenza del camper è un modo per accorciare le distanze con le cittadine e favorire l’emersione, attraverso la denuncia di ogni forma di maltrattamento. Le stanze di ascolto In tantissime questure sono state realizzate delle stanze di ascolto, in collaborazione con le organizzazioni di volontariato femminile, che sono create per fornire le condizioni migliori per un dialogo con la persona maltrattata affinché questa possa entrare in empatia e denunciare; un percorso difficile e a volte doloroso, di “liberazione” che esclude il ripetersi delle violenze o la vittimizzazione secondaria con la svalutazione delle violenze subite. Le squadre mobili e le divisioni anticrimine Tutte le squadre mobili ormai dispongono di sezioni specializzate nella repressione di reati che hanno alla base una discriminazione di genere con personale qualificato e formato per affrontare denunce che richiedono sensibilità, disponibilità all’ascolto e una preparazione multidisciplinare. Le divisioni anticrimine istruiscono e applicano le misure di prevenzione del questore. Youpol I dati ci dicono che negli ultimi due anni, complici anche le restrizioni pandemiche, le violenze nelle mura domestiche sono aumentate leggi tutto

From: http://www.poliziadistato.it/articolo/22622632e9140ac645024439

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