Pubblichiamo la lettera di un Security Manager sul protocollo “Mille occhi sulle città”, che prevede funzioni di osservazione e raccolta di informazioni sul territorio da parte della vigilanza privata a fini di sicurezza urbana. Il tutto, però, A-GRATIS. Affinchè tali servizi possano trovare il giusto riconoscimento, chi ci scrive ha pensato alla tassa di soggiorno: perchè non riservare una parte del gettito ai servizi sussidiari di sicurezza nelle città, come già avviene per i servizi di security con le tasse aeroportuali e portuali? Perchè non utilizzare anche per le gpg che contribuiscono alla sicurezza urbana lo stesso DM 154/2009 che, tra le mansioni delle guardie giurate impegnate in porti/aeroporti/ferrovie/metropolitane, annoverano proprio un “dovere di osservazione e segnalazione” di ciò che può avere rilievo per la sicurezza dei cittadini? Riflettiamoci.
Gentile Direttore
consulto spesso la testata Vigilanzaprivataonline e i suoi articoli, non ultimo quello relativo al protocollo Mille Ccchi sulle città.
Il punto, da lei pienamente evidenziato, è sempre lo stesso: come monetizzare i servizi prestati, dal momento che gli incarichi assunti dalle imprese private a sostegno della sicurezza urbano presentano base volontaristica?
La mia proposta sarebbe quella di integrare nell’imposta di soggiorno, che alcune amministrazioni possono prevedere, una parte di gettito dedicata alla security, ossia ai servizi di prevenzione operati da privati sul territorio.
Di questa idea mi sono fatto promotore, in tempi pre-Covid, presso un Comune della Regione Toscana che aveva ingaggiato delle Guardie Particolari Giurate per la sicurezza della città. Mi soffermai in quella sede sul comma 1 dell’articolo 4 del Decreto Lgsl 14 marzo 2011 n. 23, che specifica che i Comuni delle località turistiche o città d’arte possono istituire, con deliberazione del consiglio, un’imposta di soggiorno a carico di chi alloggi nelle strutture ricettive situate sul territorio per un massimo di 5 euro a notte. Il relativo gettito è destinato, secondo il Decreto, a finanziare interventi in materia di turismo, compresi quelli a sostegno delle strutture ricettive, nonchè interventi di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali locali, nonchè dei servizi pubblici locali. Il Decreto non annovera tuttavia la possibilità di corrispondere una parte del gettito per garantire i servizi di prevenzione e security, nonostante il fatto che dare sicurezza sul territorio presenti una ricaduta importante in termini non solo di immagine, ma anche di sicurezza percepita e reale, con interessanti riflessi sull’incremento del turismo e delle opportunità di business.
Perchè non adottare una logica analoga a quella presente in Aeroporti Porti Stazioni Ferroviarie e Metropolitane, che – tra i servizi che vengono erogati grazie alle tasse versate dai passeggeri – annoverano anche quelli per la security? Tra l’altro per le infrastrutture critiche il DM 154 del 2009 si sofferma in modo dettagliato sulle attività di sicurezza che la vigilanza privata può offrire in funzione sussidiaria a quella delle Forze dell’Ordine. L’art.2 comma 5 recita infatti: “Tutte le strutture di sicurezza privata e le guardie particolari giurate che prestano servizio negli ambiti indicati dal presente decreto hanno il dovere di prestare, durante il servizio, la massima attenzione all’osservazione leggi tutto
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